mercoledì 10 febbraio 2016

Saggio folle sul tempo

La vita potrebbe sembrar così sfuggente in mano al tempo… ma cos'è il tempo… e siamo sicuri che sia così assoluto ed incontrollabile? O relativo alla velocità delle nostre avventure e alla gravità delle nostre sensazioni?
Non possiamo di certo coalizzarci in coagulazioni riflessive attendendo una catarsi mistica riflessiva sui flessibili istanti che ci vengono strappati dalle mani assieme alla nostra età che forse non appartiene solo a noi stessi ma al tempo stesso che anch'esso ci appartiene sì… ma in modo relativo e quantistico.
Il tempo lo si può odiare come se non ci appartenesse… lo si può dannare… ma così facendo si crea solo un autolesionismo perpetuo che finisce per logorarci dentro e fuori…
Il tempo lo si può amare... vivendolo con le giuste preoccupazioni tra le intenzioni e fallimenti tra i denti e i venti e poi ti penti se menti… con l’autoconsapevolezza della purezza della libertà che si svezza dalle catene della foschia protettrice…
Ci sono anche i fazzoletti tempo sì… e il tempo delle mele… delle arance… delle susine… delle cavallette…
Il tempo lo si può anche non considerare… l’indifferenza del tempo non è assolutamente da sottovalutare… probabilmente nessuno osa affermare che il tempo non esiste ma di sicuro nella praticità dell’affrontare il divenire è possibile mostrare e dimostrare l’indifferenza al tempo finché non giunge l’evidenza e a quel punto l’indifferenza si tramuta in odio se non è sodio o tintura di iodio sul podio…
Tergiversando sui tergicristalli dell’esistenzialismo che ci sovrasta in una nube tossica tra vortici e mareggiate… si può sempre rammentare che non esiste una filosofia giusta se non la propria se si è fervidi e brulicanti di scopi per cui ci si lotta pacificamente per una felicità che dovrà essere sempre riconquistata nel gioco della vita…

Il surreale che tenta di divenire reale ed il reale regale della veemente danza dei sensi che percependo esultano e urlano attraverso le fauci dell’istinto indomabile ricomposto dall'etica della ragione non sempre così morale masticabile dal molare sinistro opportuno ad apportare l’apporto al porto dei sogni e delle incertezze che nel dubbio creano timori che svaniscono nell'azione delle avventure pure e non quelle surrogate o camuffate regolate dalla pecunia che non può commerciare gli anni in modo diretto… come anche la saggezza che pare accresce con gli anni. Quindi se son 25 o 28 o 37 o 83 che importa se porta la porta d’importazione con torta sorta e risorta ma mai morta?